Egitto: la bandiera
Fonte: FOTW
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Tricolore orizzontale rosso-bianco-nero, a tre bande di eguali dimensioni, caricato
al centro con l’emblema denominato “Aquila di Saladino”, posto nella fascia Bianca.
L’aquila, che guarda sempre l’asta, può essere realizzata in differenti fogge:
completamente in oro con scudo anche in oro, oppure in oro con scudo che richiama
il tricolore, oppure in altre varianti con differenti tonalità di oro. Vi è grande libertà nella rappresentazione dell’aquila.
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Storia della bandiera
Il
tricolore egiziano è stato adottato per la prima volta nel
1958, in occasione della nascita della Repubblica Araba Unita, che
comprendeva Egitto e Siria, esperienza peraltro naufragata in breve. La
bandiera adottata all'epoca, tuttavia, portava sulla fascia bianca due
stelle verdi (come l'attuale bandiera dell'Iraq). Le stelle furono poi
rimosse nel 1972, sostituite con un falcone dorato, e successivamente,
nel 1984, con l'Aquila di Saladino, cioè la versione attuale.
Quest'ultima è il simbolo del Sultano Ayubbida saladino, che
governò Egitto e Siria nel XII secolo, all'epoca delle crociate.
Sul significato dei colori esistono molti pareri discordanti, alcuni
che attribuiscono ai colori stessi delle valenze prettamente egiziane,
altri che li inseriscono in un'ottica panaraba (effettivamente tali
colori si ritrovano nelle bandiere di molti paesi arabi, come Siria,
Iraq, Yemen, Palestina, Sahara Occidentale, Giordania, Kuwayt, Emirati
Arabi, ecc). Alcune interpretazioni più filo-egiziane farebbero
risalire i colori rosso e nero addirittura alla tradizione faraonica,
ma si tratta perlopiù di leggende. Interpretazioni più
coerenti vedono nel rosso il colore della rivoluzione, o quantomeno
della lotta contro la dominazione britannica, terminata nel 1952, nel
bianco si ravvisa il futuro radioso oppure la Rivoluzione del 1952, che
abbattè la monarchia senza spargimenti di sangue, mentre nel
nero si ravvisa il buio passato e la dominazione colonialistica
britannica.